simona della bella ritratto
Simona Della Bella, ex atleta della nazionale italiana di nuoto sincronizzato, impiegata in una multinazionale farmaceutica ha lasciato tutto per inseguire il suo sogno di creatività e arte

Simona è bella. Ha un fascino che ricorda le regine dei film fantasy, quelle che sanno ciò che vogliono e come ottenerlo.

Simona è forte. Ha l’energia di una super eroina, in grado di fermare le lancette di un grosso orologio di un enorme campanile e farle ruotare a proprio piacimento, dopo averle arricciate come fossero di carta alluminio.

simona della bella ritratto gioielli

Ma Simona è anche dolce. Di quella tenerezza che te la fa amare, anche se l’hai appena incontrata.

Ed è tutto questo che fa di Simona una persona speciale che un giorno, mentre si trovava alla scrivania di un bell’ufficio all’interno di una bella azienda, ha pensato solo che non avrebbe voluto essere lì. E non è che ci sia un giusto o uno sbagliato in questo, ma del coraggio che in molti le invidiano sì: Simona ha lasciato quell’azienda e ha creato IngranArt.

La storia di Simona è bella e merita di essere raccontata.


L’intervista

FELICITART: Ci parli di te e della tua attività
SIMONA: IngranArt è una produzione di opere uniche da indossare, piccole sculture del tempo realizzate con ingranaggi di orologi antichi. Sono due le linee di produzione artistica: IngranArt for Man (anelli, gemelli, ciondoli, bracciali, portachiavi) e IngranArt for Woman (collane, bracciali, anelli, orecchini e cinture). E poi c’è la parte per me più preziosa, IngranArt for Your Time, dove creo gioielli su commissione, realizzati con orologi vecchi di famiglia non più funzionanti, ma di grande valore affettivo riadattati da me in chiave moderna. Ho il privilegio di lavorare con un tempo molto prezioso, quello dei sentimenti, dove il tempo passato può tornare a vivere e ad essere indossato. Per ogni singolo gioiello scrivo una storia che racconta a chi lo indossa il significato della sua simbologia, raccontando un tempo “vivo”, con i suoi segni e le sue cicatrici.

F: Come e quando il tuo sogno ha bussato alla porta
S: Il mio percorso non solo artistico ma di vita è davvero insolito: dopo un passato da atleta della Nazionale Italiana di nuoto sincronizzato, mi laureo in Filosofia, un salto pazzesco da una ginnastica del corpo ad una ginnastica della mente. Dopo un Master in Bocconi, incomincio a lavorare in una Multinazionale farmaceutica dove rimango fino al 2013, quando decido di dare una vera svolta alla mia vita. Mentre lavoravo in azienda, avevo già incominciato a fare sculture (mio nonno era scultore), ma ormai sentivo che il vero posto nella vita era altrove. Ho deciso di lasciare l’azienda e di seguire il mio sogno di creatività e di arte: ho cominciato a studiare, sperimentare, passando dalla produzione di sculture, a pittosculture create con ingranaggi meccanici e di orologi. Una sera all’inaugurazione di una mostra, indossavo un gioiello che avevo creato (quasi per gioco) con alcuni ingranaggi e mi resi conto che la gente apprezzava molto quello stranissimo gioiello! Da lì è partito tutto. Forse anche un po’ per caso».

F: Cosa hai fatto e cosa continui a fare x realizzare il tuo sogno
S: All’inizio ho davvero realizzato ogni pezzo da sola, chiusa nel mio laboratorio, a sperimentare, provare, andare alla ricerca di orologi o sveglie antiche. Facendo tentativi, alcuni buoni altri un po’ meno. Poi ho capito che l’idea era nuova, ho iniziato a crederci sul serio, perché vedevo che oltre ai complimenti, la gente li comprava. Ho iniziato a fare fiere, ad essere invitata a contest di settore, a fare mostre, iniziavano ad uscire articoli sul giornale che raccontavano la mia storia e piano piano si iniziava a definire un target di clienti ben definito. A questo punto mi sono iscritta alla Scuola Orafa Ambrosiana per apprendere anche le tecniche di base che sono necessarie per chi vuole crescere e migliorare. 

F: Ci descrivi un momento in cui ti sei sentita di non farcela o sei stata delusa da qualcosa o qualcuno?

S: Spesso convivo con le incertezze che mi portano al limite della paura di non farcela, soprattutto quando opto per soluzioni poco commerciali e più artistiche: l’ambito nel quale lavoro, si trova al limite tra gioielleria e scultura, tra oreficeria e arte. E come tutti gli ambiti che stanno sul confine, vive di criticità e soffre per la mancanza di strategie e di linee guida ben definite. Facile cadere quindi nella paura di non trovare la strada giusta, facendosi prendere dal timore di perdersi. Ma ormai ho capito che non posso accettare i compromessi delle leggi di mercato, ma seguire solo quello che IngranArt ha sempre voluto testimoniare, cioè indossare un gioiello che testimoni il Tempo e che porti sempre con sé un significato e una dimensione di senso.

simona della bella orologio

F: Quando ti sei imbattuta in momenti difficili, cosa hai fatto per voltare pagina?
S: Combatto le mie insicurezze lavorando a testa bassa, cercando di concentrarmi sul lavoro fisico, che ha il grande potere di annullare o perlomeno offuscare i pensieri, soprattutto quelli negativi. E poi il mio obiettivo è sempre lì, fa da guida, dirige, dà la rotta, non fa mai uscire di strada.

F: E invece: ci racconti uno dei momenti più ricchi di soddisfazione?
S: Lo scorso anno, è stata affissa in piazza a Morgex una mia scultura “La rivolta del Tempo” realizzata con le lancette del campanile della chiesa ottocentesca del paese e che rappresenta la sintesi della filosofia Ingranart. Dapprima, mentre lavoravo all’opera, ho vissuto i momenti di esaltazione tipici della creazione artistica: dal timore inziale, all’emozione di maneggiare pezzi di storia fino ad arrivare all’intuizione che arriva all’improvviso e ti stravolge testa e cuore!  Quando ho visto le lancette le ho collegate a delle lance, mi sono immaginata guerrieri medioevali e da qui è nata l’idea della lotta del tempo contro se stesso. Non ho capito l’importanza di questo mio progetto, fino a quando, durante l’inaugurazione è sceso il telo che la copriva. Credo in vita mia di non avere mai provato una emozione così forte e improvvisa.

F: Cosa consigli a chi ha un sogno nel cassetto?
S: Credo che innanzitutto la vera difficoltà stia proprio nell’avere il coraggio di aprire questo fatidico cassetto e guardare dritto negli occhi il proprio sogno, senza vederlo come qualcosa di alieno e irraggiungibile. Poi il sogno, proprio perché è un sogno, richiede ogni forma di dedizione, passione, disciplina, costanza e anche forse un pizzico di follia, ma quello arriva necessariamente dopo. Quello che ho davvero imparato è che quando si trova e si riconosce il proprio sogno, non bisogna far altro che spingere sull’ acceleratore senza avere paura della velocità, lasciando andare freni, paure, timori e optando sempre per le strade nuove e poco battute. 

F: Per noi FelictArt è un luogo ipotetico in cui “l’arte e i talenti sono un’arma e i sogni possono diventare realtà”. Tu hai trovato la tua FelicitArt e cos è x te?
S: Sarà forse anche per una strana forma di omonimia, ma FelicitArt e IngranArt sono in questo molto simili! Per me IngranArt rappresenta il mio nuovo essere, la mia vera libertà, uno spazio reale dove sono riuscita ad essere ciò che sentivo di essere fin da bambina e da cui poi, per svariati motivi, mi sono allontanata. Forse per certi aspetti è un po’ un ritorno a casa. E credo non ci sia niente di più bello di augurare ad una persona: ritrovarsi.

simona della bella felicitart

Contatti

SIMONA DELLA BELLA – INGRANART BY SIMONA DELLA BELLA
VIA M.GANDHI 5 MILANO
CELL. 338.9105686 

ESPOSIZIONE di una collezione IngranArt presso ARCADIA ART GALLERY, Ripa di Porta Ticinese 61 MILANO