feflicitart creatività espressa
Nasce oggi una nuova rubrica di FelicitArt che risponderà a una semplice ma difficile domanda: quali sono i modi per accendere la creatività, proprio come una tazzina di caffè accende la nostra mente al mattino?

Caffè e creatività

“[…] Ma cosa hai messo nel caffè che ho bevuto su da te? C’è qualche cosa di diverso adesso in me […]” cantava nel 1969 Riccardo Del Turco. Certo, Del Turco si riferiva all’incantesimo d’amore sprigionato da chi glielo aveva offerto, ma ci aveva visto lungo sul potere di una tazzina di caffè e sugli effetti che può avere su creatività, corpo e mente.

Del resto, quante volte basta una tazzina di caffè per farci “resuscitare”?

Tazzina di caffè felicitart

19 novembre, l’anniversario della prima macchinetta per il caffè espresso

Il 19 novembre ricorre l’anniversario del brevetto della prima macchina per il caffè espresso. Era il 1901. Il merito fu di un milanese, Luigi Bezzera, che perfezionò il primo strumento progettato nel 1884, rendendolo simile alle macchine che poi ebbero grande diffusione in seguito.

Un nuova rubrica: “Creatività espressa – Chicche di creatività per vivere #feliciconarte”

L’idea del caffè espresso, ha acceso in noi una lampadina. Perché si sa, la creatività non è un dono, va coltivata. E allora lanciamo oggi la rubrica “Creatività espressa – Chicche di creatività per vivere #feliciconarte“. La rubrica risponderà a una semplice ma difficile domanda: quali sono i modi per accendere la creatività, proprio come una tazzina di caffè accende la nostra mente al mattino?

caffe relax

1. Il caffè accende la mente

La prima chicca non poteva che essere questa: bere caffè, ma soprattutto frequentare bar e caffetterie.

Caffè e creatività

Sul caffè ne abbiamo sentite di tutti i colori: che fa dimagrire che fa ingrassare, che fa bene e che fa male, che fa svegliare e addormentare, che previene i tumori e che li fa venire, che accende la creatività o che la spegne. Insomma, questo povero caffè non ha proprio pace!

A fare una ricerca sul web, se ne esce confusi più che mai: fior fiori di ricerche, studi, analisi che dicono tutto e il contrario di tutto. Quindi, questo caffè, fa bene o no? Aiuta o meno la creatività?

I creativi bevono caffè

Lungi da noi volerci dilungare nell’ennesimo articolo su benefici ed effetti collaterali del caffè. Non spetta a noi, che non siamo scienziati o studiosi. Ma poiché FelicitArt è la patria della creatività, della felicità e dell’arte, facciamo quel che siamo. I creativi. E i creativi, si sa, bevono caffè, passano ore all’interno dei bar, con la tazzina di caffè davanti, in quell’attività che non è affatto cazzeggio, bensì una sana e quanto mai proficua ricerca di ispirazione.

Il “rumore” di una caffetteria aiuta la creatività

Sembra infatti che le attività creative richiedano quello che viene definito “brusio creativo” tipico di una caffetteria. Ravi Mehta, docente presso l’Università dell’Illinois, ha realizzato nel 2012, una serie di esperimenti (pubblicati sul “Journal of Consumer Research”) per valutare l’incidenza del rumore di sottofondo sul pensiero creativo.

coffee break

Sono stati coinvolti circa 300 studenti, uomini e donne, ai quali sono stati sottoposti alcuni esercizi inerenti le abilità di associazioni di idee, di ideazione e di problem-solving. Mentre gli studenti erano intenti a svolgere gli esercizi, i ricercatori variavano il volume e il tipo dei rumori ambientali.

I risultati non hanno lasciato dubbi: un rumore di sottofondo di circa 70 decibel, tipico di una caffetteria, migliora le performance del pensiero creativo.

Perché? Perché quando siamo troppo focalizzati su un problema non riusciamo a risolverlo. La concentrazione, insomma, non favorisce la creatività.

caffe lavoro

E se non vai in caffetteria, la caffetteria viene da te

Certo, direte voi, ma non è sempre possibile andare in una caffetteria a lavorare. Tranquilli, ci hanno pensato due ragazzi di Richmond, Justin Kauszler e ACe Callwood che hanno avuto la brillante idea di registrare i suoni di un bar e di lanciare https://coffitivity.com, che, come scrivono loro stessi: “recreates the ambient sounds of a cafe to boost your creativity and help you work better”.

Un’idea geniale, in cui è per altro possibile scegliere il tipo di caffetteria e il momento della giornata che si preferisce.

Il caffè… un’ispirazione

Al di là del sapere se faccia bene o male, è innegabile che il caffè sia un’inesauribile fonte di ispirazione per artisti e creativi.

La coffee art

Per esempio, l’arte di dipingere con il caffè ha una storia con radici lontanissime. I Cinesi, ad esempio,  utilizzavano il tè per realizzare gli sfondi delle loro opere, mentre entrambe le bevande venivano utilizzate anche per dare particolari sfumature ai tessuti e per invecchiare il marmo delle statue, come faceva anche Gabriele d’Annunzio, per dare un aspetto più classico alle sculture della sua Villa del Vittoriale.

Oggi è una pratica molto diffusa. Per esempio: l’artista americana Karen Eland ha dipinto tantissime tele utilizzando esclusivamente caffè ed acqua, proponendo anche le sue personali rivisitazioni di alcuni celebri dipinti.

In Italia, Bernulia, all’anagrafe Giulia Bernardelli, disegna opere d’arte partendo da una tazzina di caffè rovesciata su un tavolo bianco.

Ma anche con i chicchi di caffè si possono realizzare opere d’arte, sfruttando la differenza di colore data dai diversi gradi di tostatura. L’artista e scultore russo Arkady Kim è entrato nel 2012 nel Guinness dei Primati realizzando a Mosca “The Awakening” (Il Risveglio), un murales di 30 metri quadrati utilizzando 180 chili di caffè, cioè circa un milione di chicchi.

Il caffè che si indossa

Ma non solo arte. In Asia, qualche anno fa, è stato lanciato un progetto in grado di trasformare i fondi di caffè in abiti. Si chiama S.café e viene prodotto grazie a una tecnologia innovativa brevettata dall’azienda taiwanese Singtex insieme a un gruppo di ricercatori.

Il caffè nella musica

Ma ci pensate poi, al numero di canzoni che citano la bevanda nera? “Il caffè della Peppina“, “Caffè nero bollente” di Fiorella Mannoia per restare in Italia, ma anche “Balck Coffee” di Ella Fitzgerald fino all’album “Wake up and smell the coffee” dei Cranberries. E ne abbiamo citati solo alcuni.

Persino Johann Sebastian Bach nel 1734 ha scritto la “Cantata del Caffè”, un’opera profana e umoristica, in cui tutto ruota intorno all’abitudine della protagonista di bere caffè.