adriano giannini narrate
Il fondatore di Narratè© racconta come è nato il suo sogno e come ha trasformato un'idea in impresa: "Chiunque può avere un sogno ma solo chi è disposto a tutto per tradurlo in realtà - lecitamente - può ambire a realizzarlo"

Ho sentito dire che si attirano a sé (e si è a propria volta attratti) dalle persone che ci somigliano. Vero, ci credo fermamente. Scrivere l’intervista ad Adriano Giannini, mente del progetto Narratè©, rafforza l’idea che raccontare storie di FelicitArt, proprio come gustare un tè narrante, sia una meravigliosa infusione di coraggio, ottimismo e forza d’animo.

Raccontare di sogni, di speranze, di inciampi e di gioie aiuta a credere con più tenacia al proprio di sogno.

Vi invito a leggere il racconto che segue, la storia di chi sogna e lo fa do occhi chiusi e aperti; la storia di un’idea vincente nata da un sogno fatto in una notte insonne.


L’intervista al fondatore di Narratè©

FELICITART: Come è nato il progetto Narratè©?
Adriano Giannini (Narratè©): Tecnicamente Narratè© è un formato editoriale di food design composto da racconti brevi collegati a un filtro di tè/tisana la cui lettura dura il tempo necessario all’infusione: 5 minuti.

Se invece lo dovessi descrivere emozionalmente lo definirei 5 minuti di oasi emozionale. Quell’attesa che solitamente non piace a nessuno e spesso la si inganna facendo altro, diventa infatti emozionante; una coccola per il palato e uno stimolo per la mente. Ma soprattutto, in un’epoca dominata dal voyeurismo digitale, un modo per riappropriarsi, attraverso la lettura, del proprio tempo, dandogli valore.

L’ambizione è quella che – un po’ come con i libri – chi degustalegge un Narratè©, dopo, non sia più lo stesso (possibilmente un po’ migliorato). Scoprire in 5 minuti e attraverso un sapore – formulato ad hoc per ogni racconto – l’essenza di un territorio, un personaggio o un tema, restituisce l’idea di un’esperienza multi sensoriale, emozionante, semplice e gratificante. 

libri e narratè

Poi ci sono le neonate Tisane Filosofiche Narratherapy, una declinazione dello stesso format Narratè© (tempo di lettura = tempo d’infusione) ma, invece che in un piccolo libro, il racconto è contenuto in un sincerino (un bugiardino che dice la verità) inserito, assieme al filtro, in una scatolina (ispirata a quella dei medicinali).

Pensate per offrire un’integrazione filosofico-letteraria necessaria a comprendere, e colmare, quelle carenze relative alla conoscenza dei meccanismi che sottendono al funzionamento della vita e che, per questo, crediamo siano alla base dei più diffusi disagi contemporanei.

Il detto: “prendila con filosofia”, si usa proprio quando le cose non vanno bene, ma quanti sono davvero in grado di usare la filosofia per farne un utile strumento di vita? Da qui l’idea di filosofia “liquida”, che possa essere veramente semplice, alla portata di tutti, come bere un bicchier d’acqua (calda). Queste Tisane le potremmo definire come un rimedio olistico (un sistema dove i singoli componenti, entrando in relazione, si potenziano vicendevolmente – nel nostro caso parole terapeutiche e infusi officinali) per provare a migliorare il proprio modo di percepire la vita e quindi di stare al mondo. Una proposta sana e naturale, alternativa alla chimica o alla distrazione/evasione di massa – più o meno consapevole – indotta da una società sempre più liquida.

F: Inventate voi le storie?
N: Assolutamente no, altrimenti sai che noia? Quello che facciamo è individuare i migliori narratori possibili per ogni tema (questi si, li scegliamo noi) che proponiamo nelle nostre linee editoriali.

Agli autori chiediamo di cogliere l’essenza di un territorio (i NarraPlanet), di un personaggio (i NarraPeople) o di un tema (NarraLife) e restituirla in modo semplice, alla portata di tutti, ma non banale. Abbiamo anche due linee editoriali dedicate alla personalizzazione, una aziendale (NarraCorporate) e l’altra per il no profit (NarraGood).

F: C’è addirittura la possibilità di bere un tè con Dante, Frida Kahlo, Leonardo da Vinci… cosa contengono queste miscele speciali? Perché proprio questi artisti? Nasceranno nuovi tè con….?

N: Sì, l’idea è quella di offrire la possibilità di prendersi un tè con le più grandi menti della storia umana e così, aspettando insieme a loro l’infusione, raccontarne la personalità, la visione della vita, i valori, in modo essenziale, ovviamente.

Per fare questo abbiamo chiesto agli autori (esperti e studiosi divulgatori) di calarsi in prima persona nei panni del soggetto narrato con empatia e semplicità. L’intento è di trascorrere 5 minuti informali come se il protagonista del racconto fosse un amico/a. Crediamo che annullare la distanza data dalla notorietà e importanza del personaggio aiuti a togliere un po’ di soggezione e a focalizzarsi sulle caratteristiche della persona.

Speriamo poi che questo alimenti la curiosità e porti ad approfondirne la conoscenza. Siamo partiti con Dante Alighieri, poiché è senza dubbio il più grande storyteller (oggi si direbbe così) italiano di tutti i tempi e non potevamo che esordire con lui. Poi, a seguire, l’altro genio italiano universalmente noto che è Leonardo Da vinci, casualmente entrambi, toscani, come noi 🙂 Infine abbiamo proposto Frida Kahlo, un po’ perché volevamo dare spazio a una donna, anch’essa icona assoluta e internazionale, poi perché racconta una vita vittoriosa, nonostante le innumerevoli sofferenze.

Riguardo la scelta dei blend: in Dante abbiamo riproposto la base usata per L’essenza di Firenze in un tè, alla quale abbiamo aggiunto l’alloro (visto che viene sempre rappresentato con la corona di alloro in testa), la rosa (simbolo dell’amore che era il sentimento attraverso il quale, secondo il grande poeta, l’uomo si avvicina a Dio) e infine l’anice stellato, in quanto è l’unica spezia a forma di stella e le stelle, nella Divina Commedia, sono fondamentali come nell’ultimo verso dell’Inferno “e quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139) o alla conclusione dell’opera stessa “l’amor che move il sole e l’altre stelle” (Paradiso, XXXIII, v. 145).

scegli il gusto di narrantè

Con Leonardo, invece, ci siamo lasciati ispirare dalla sua universalità introducendo aromi da ogni continente: tè nero-cina/oriente; rooibos-africa; cannella/cardamomo-asia; vaniglia/cacao-america.

Per finire Il blend di Frida Kahlo è un profumatissimo vortice di frutti tropicali di cui il Messico, sua nazione natale, è ricca produttrice: Papaya, Lime, Ananas, Guava. Non di rado la rigogliosissima vegetazione dei tropici trova posto nelle sue opere più famose. La base di tè, nero come i suoi occhi, e l’Agave, distillata per ottenere la tequila, completano un blend dal gusto fresco e dall’ampia gamma di sentori esotici. Per finire, non poteva mancare quel pizzico di passionalità propria dell’artista, ottenuta con il Peperoncino. 

Ciò detto, nasceranno sicuramente nuovi tè ma ci pare brutto rovinare la sorpresa, lasciamo un po’ di suspense.

F: Da chi è nata l’idea e soprattutto come?

L’idea mi è venuta più di 15 anni fa, durante una notte insonne

ADRIANO GIANNINI

N: L’idea mi è venuta più di 15 anni fa durante una notte insonne. L’attesa impaziente dei cinque minuti d’infusione (di una camomilla), assieme alla triste lettura della scatolina che conteneva i filtri, hanno fatto scattare la scintilla. Mi sono detto: perché non offrire, a tutti gli amanti degli infusi, dei racconti brevi per rendere l’attesa della preparazione non solo entusiasmante ma anche di valore?

Ho fatto una prima ricerca per vedere se qualcun altro avesse avuto la stessa idea e appurato che non vi era un prodotto del genere, è cominciata l’avventura. A partire dalla scelta del nome “Narratè”, che senza accento è un verbo e funziona allo stesso modo anche in inglese. Quindi con l’accento diventava perfetto.

A questo abbiamo aggiunto un payoff esplicativo: La lettura ha scoperto l’acqua calda (in italiano) e Storytelling tea (in inglese). Il marchio invece nasce dall’idea di rendere esplicito il modo d’uso, per cui la tazza che legge il pendulino-libretto collegato alla tea bag in infusione.

F: Dunque, c’è stato un momento in cui si è accesa la scintilla creativa?

Certe idee/immagini/visioni si manifestano più facilmente avendo un approccio creativo

ADRIANO GIANNINI

N: Certe idee/immagini/visioni si manifestano più facilmente avendo un approccio creativo: una mente aperta, curiosa e attenta, allenandosi a trovare alternative dove altri si accontentano distrattamente dell’esistente. È un processo a cui tengo molto e che cerco di ravvivare costantemente.

F: E come si è concretizzata?
N: La gestazione non è stata semplice né veloce. D’altronde siamo in un paese dove non è che si legga così tanto, come pure non vi è grande consumo di tè.

Ma oltre a questi due aspetti, ai quali aggiungerei la mancanza di supporto all’innovazione (parliamo di 15 anni fa), vanno considerate una serie di difficoltà tecnico/produttive e burocratiche. Non entro nello specifico, ma diciamo che si è concretizzata grazie a una prolungata, ferrea, tenacia e, senza dubbio, un po’ di fortuna.

F: C’è stato un momento in cui avreste voluto mollare tutto e lasciare andare? Come avete reagito allora?
N: Uno solo? Ce ne saranno stati a decine e presumo ce ne saranno ancora. Le difficoltà in questi casi si possono restringere a due tipologie: una soggettiva e una oggettiva.

La reazione ai momenti difficili che è sempre soggettiva, è possibile grazie a un riscontro positivo dell’analisi che a sua volta deve essere quanto più oggettiva possibile. Faccio un esempio: ogni volta che a fronte di momenti di estrema difficoltà è balenato il pensiero “ma chi ce l’ha fatto fare” con inclinazioni al “lasciamo perdere!”, con una puntualità imbarazzante giungeva un segnale; che fosse una recensione positiva sui social, un ordine dal nostro e-commerce o l’interesse di un negozio.

Quindi se continua ad esserci una richiesta, alla quale stiamo rispondendo col nostro prodotto, allora ha senso continuare. Inoltre non sottavaluterei l’importanza di avere lo sguardo rivolto al futuro con coraggio e convinzione ma, sempre, con i piedi ben posizionati a terra.

Quale sarà il prossimo titolo? Come si svilupperanno queste collane editoriali? Come riusciremo a raggiungere e coinvolgere chi ancora non ci conosce? In che modo potremo essere distribuiti all’estero? Ecco, anche questo aiuta a superare i momenti di crisi. Sostanzialmente si rilancia e si pensa ancora più in grande. Così l’entusiasmo si riaccende e si auto alimenta, fornendo l’energia, la spinta necessaria a superare ogni difficoltà.

felicitart narrantè

F: Ci sono stati momenti difficili, frasi negative, ostacoli che sembravano insormontabili? Come avete affrontato tutto questo?
N: Certo, anche qui abbiamo dovuto fare i conti sia con il censore interiore – quella vocina che ti dice “lascia stare è troppo difficile e rischioso, non ne vale la pena” – che con critiche di “esperti” d’innovazione.

A questo proposito, apro una parentesi: nonostante il nostro prodotto abbia, tutto sommato, trovato spesso sostegno, non sono mancati veri e propri sgambetti da chi invece avrebbe dovuto/potuto sostenerlo e promuoverlo specie nelle sedi di enti preposti all’innovazione.

Non ho ancora capito il perché, o forse non lo voglio sapere davvero. Sarebbe troppo triste se fosse stato per invidia o convenienza personale o magari per semplice e pura superficialità. Per fortuna, i veri decisori sono il pubblico e il mercato e questi, fino a oggi, ci hanno sempre premiato. Così abbiamo potuto continuare. Dopo 5 anni siamo ancora “vivi” e soprattutto in crescita.

Poi ci sono state anche numerose difficoltà tecniche legate alla progettazione e produzione di un format che prima di noi non esisteva, ma anche tanti stimoli e opportunità. Consapevoli che ancora non abbiamo raggiunto, in tanti ambiti, la qualità a cui aspiriamo. Ma ci stiamo lavorando seriamente.

F: E invece, ci sono stati momenti bellissimi, carichi di soddisfazione? Ce li raccontate?
N: Per prima cosa la vittoria nel 2014 di un bando pubblico indetto dalla Regione Lombardia e rivolto alle idee nei settori cultura e creatività che ci ha consentito, seppur con poche migliaia di euro, di partire con la prima prototipazione e la successiva creazione della società.

A questo è seguito nel 2015 un ordine importante del Sistema Bibilotecario Milanese, che in occasione di Expo 2015 ci ha ordinato qualche migliaio di Narratè© Milano per le 25 biblioteche cittadine. Un ordine che ha del miracoloso dato che non avevano mai visto il prodotto finito, ma solo un prototipo. Non smetteremo mai di ringraziare l’allora dirigente, una donna, che mostrò un coraggio e una sensibilità non comuni.

Il primo vero momento di entusiasmo irrefrenabile però è avvenuto nel 2016, grazie a un pubbliredazionale di TPI The Post Internazionale, era il 13 dicembre, che parlava della nascita di Narratè©: più di undicimila like, seicento commenti e oltre tremila condivisioni in pochi giorni. 

Un’esplosione inattesa che ci ha “costretto” per circa dieci giorni, a spedizioni sull’orlo di una crisi di nervi. Tutte le notti finivamo intorno alle 4:00-5:00 per riuscire a rispondere alla grande richiesta del pubblico. Indimenticabile.

Poi, sicuramente, le tante vittorie e i premi, come la Creative Business Cup che ci ha consentito di rappresentare l’Italia in Danimarca per la finale mondiale o la selezione per il Compasso d’oro internazionale. Oppure semplici frasi che raccogliamo negli incontri che abbiamo col pubblico quando partecipiamo alle fiere, una in particolare ci è rimasta impressa: una mamma che aveva appena comprato dei Narratè© da regalare alle figlie, salutandoci, ha esclamato: “grazie di averlo pensato”.

Ma ad essere sinceri, quello che davvero ci fa andare avanti è soprattuto ciò che accade allo sguardo delle persone quando raccontiamo come funziona Narratè©, ecco in quel momento, una piccola frazione di secondo, gli occhi si illuminano e la bocca si dischiude in un sorriso spontaneo. Quell’emozione ripaga di ogni sacrificio.

F: I vostri prodotti non sono semplici tè o tisane, ma racchiudono veri mondi: città, sentimenti, stati d’animo ecc… dunque, ci sembra doveroso chiedervi: qual è la miscela perfetta per credere nei propri sogni? Cosa consigliate a chi ha un sogno nel cassetto?
N: Difficile non cadere in luoghi comuni un po’ banali e risentiti, ma la risposta spesso è nella domanda: crederci. E, questa è la parte difficile, continuare a farlo con tenacia e leggerezza.

Chiunque può avere un sogno ma solo chi è disposto a tutto per tradurlo in realtà – lecitamente – può ambire a realizzarlo.

ADRIANO GIANNINI

Chiunque può avere un sogno ma solo chi è disposto a tutto per tradurlo in realtà – lecitamente – può ambire a realizzarlo. Per questo è necessario che il sogno da perseguire sia vero, non indotto. Quindi attenzione a riconoscere i veri sogni, solo quelli consentiranno di resistere a tutto. 

ento con narratè

F: Se non sbaglio, qualcuno di voi è buddista: qual è la vostra idea di felicità?
N: In estrema sintesi, per il Buddismo esistono due tipi di felicità, quella relativa e quella assoluta. La prima si riferisce a un tipo di felicità che dipende da qualcosa di esterno, quindi relativa a una condizione di particolare benessere psico-fisico e contornata da condizioni ambientali fortunate (un buon lavoro, una bella casa, una famiglia armoniosa, ecc.), quella che tutto sommato è ambita dalla maggior parte delle persone.

La felicità assoluta, invece, non dipende da ciò che si ha ma da ciò che si è; da quanto si è stati in grado di percepire la natura ultima della vita che è in sé gioia, libertà e forza.

Per chi fosse interessato a sapere qualcosa di più abbiamo anche un titolo dedicato: L’essenza del Buddismo in un tè, che oltre al breve saggio di 5 minuti, contiene un blend particolare, pensato per restituire al palato alcune caratteristiche di questa religione: dall’idea di mettere insieme sia tè nero che verde a sottolineare la grande propensione ad armonizzare le differenze, valorizzandole. Poi l’inserimento di un ingrediente-aroma per territorio toccato durante la diffusione del Buddismo partendo dalla nascita, in India (tè nero), attraversa la Cina (zenzero) per arrivare in Giappone (tè verde) e da qui giunge in Occidente (fiori d’arancio). infine il fiore di Loto che rappresenta il Sutra del Loto l’insegnamento ultimo e più alto del Budda.

Ecco, questo è anche un ottimo esempio per raccontare come nascono i nostri blend.

F: Per noi, FelicitArt è un luogo virtuale, ma anche fisico, dove i talenti sono un’arma e i sogni possono diventare realtà. Come definireste la vostra FelicitArt?
N: Condividiamo in pieno la maggior parte della filosofia che enuncia il vostro manifesto. La nostra FelicitArt, la definiremo un “Mentuore”, la mente di cuore. Dove al coraggio, passione e leggerezza del cuore devono integrarsi il duro lavoro, la disciplina e la perseveranza dati da una mente solida. In due parole “equilibrio dinamico” tra cuore e mente (non a caso l’Equilibrio è uno dei sei titoli delle Tisana filosofiche).

F: Un consiglio per tutti coloro che sono diretti alla FelicitArt?
N: Un trittico che ricordo spesso anche a me stesso: coraggio, leggerezza e sincerità, con se stessi prima di tutto.


Per saperne di più su Adriano Giannini e Narratè©, potete consultare il sito: https://www.narrateworld.com